Quando:
Data - 01/12/2022
Ora - 20:45
Dove
Montecchio Maggiore, Villa Cordellina Lombardi
LE NOTE E IL RICORDO
Giovedì 1 Dicembre – ore 20:45
DIVERTISSEMENT DE HARPES
G. B. Pescetti (1704-1766)
Sonata VI in do minore
Allegro ma non presto, Moderato, Presto
Letizia Pellanda, arpa
M. Tournier (1879-1951)
Quatres preludes op.16, per due arpe
Chiara Beltramello,
Marta Montella
A. Caplet (1878-1925)
Deux Divertissements for Harp (1924)
À la française
Bianca Darcey, arpa
N. von Wilm (1834-1911)
Duo op.156, per violino e arpa
Sabrina Giacomelli, violino
Mariagioia Piazza, arpa
M. Tournier (1879-1951)
Feérie
Isabella Laus, arpa
A. Jolivet (1905-1974)
Pastorales de Noel pour Flûte, Basson et Harpe (1943)
Emma Pilastro, flauto
Maria Martelletto, fagotto
Virginia Salvatore, arpa
Note al programma
“Divertissement de harpes” ovvero divertimento di arpe. Un programma che prevede non solo una serata di divertimento indicativo di un qualcosa che dovrebbe servire a sollevare l’animo dalle ambasce, dalle fatiche quotidiane del lavoro e dalle preoccupazioni che la vita immancabilmente ci sottopone ma che presenta anche il divertimento come composizione autonoma.
In ambito musicale la definizione di divertimento viene citata per la prima volta nell’opera Il divertimento di Grassi, musiche da camera o per servizio di tavola (1681) e nei Divertimenti per camera di Gaetano Boni (1717). Emblematica è l’espressione “musica da tavola” – la Tafelmusik tedesca o la Musique de table francese – a definire un’ampia letteratura che attraversò in special modo i secoli XVI e XVII, un caleidoscopico repertorio di musiche specificamente composte per i banchetti, da suonarsi come sottofondo negli intervalli tra i servizi (entremets) o in occasione di eventi all’aperto. Un qualcosa di simile dalla novecentesca “musique de tapisserie” di Erik Satie.
Tale genere, per la sua intrinseca natura, porta con sé anche il concetto di “Stile galante”, una formula che ebbe ampia diffusione in tutta l’Europa a partire dalla metà del XVIII secolo, segnando la linea di confine tra il barocco, con la sua polifonia e severo contrappunto, e il classicismo. E proprio con la Sonata VI in do minore di Giovanni Battista Pescetti apriamo questo “Divertissement de harpes”.
Nel primo movimento di questa Sonata VI è evidente una condotta contrappuntistica delle parti, questa viene abbandonata nel secondo, per far spazio ad una melodia di ampio respiro accompagnata da arpeggi. E’ proprio in questo movimento che possiamo rintracciare gli elementi dello Stile Galante al quale si è accennato. L’ultimo tempo, caratterizzato da toni tipicamente “popolari”, presenta di nuovo un andamento semplice a due voci dove la parte melodica è interamente assegnata ad una stessa voce, mentre l’altra si limita ad accompagnare. La riscoperta di questa sonata si deve ad una trascrizione per arpa realizzata da Carlos Salzedo (1885 – 1961) tanto che ad oggi è più facile ascoltarla eseguita da un’ arpa che non da un clavicembalo o da un pianoforte.
Marcel Tournier, unico compositore/arpista del programma proviene da una famiglia di musicisti: il padre, costruttore di strumenti, lo incita a iscriversi al Conservatorio di Parigi, ove è ammesso all’età di sedici anni. Ivi studia l’arpa sotto la guida di Alphonse Hasselmans e la composizione con Charles-Marie Widor. Nel 1909 ottiene il secondo prix de Rome con la cantata La Roussalka e il premio Rossini dell’Académie des beaux-arts per la musica di scena Laure et Pétrarque. La sua carriera di arpista si dipana tra la Société des concerts Lamoureux, l’Opéra de Paris e l’insegnamento al Conservatorio, ove Fauré lo designa come successore di Hasselmans nel 1912. Nel suo stile si coglie l’influenza dell’impressionismo e delle melodie romantiche. Elementi di romanticismo si trovano in una serie di primi lavori di Tournier tra cui i Quatre Préludes (1908), in cui emerge una scrittura classica. Pochi anni dopo nel 1912 con la la creazione di Féerie (1912), Tournier si allontanò da questo stile e iniziò la sua esplorazione avvicinandosi all’Impressionismo. Si ha l’impressione che l’autore abbia davvero trovato la sua strada fiabesca; ci mostra un’arpa dalle sonorità rare e curiose che sorprende piacevolmente l’orecchio.
Deux Divertissements è un’opera per arpa in due movimenti di André Caplet , composta nel 1924 e dedicata a Micheline Kahn.
I due Divertissements (1. à la française, 2. à l’espagnole) furono composti da Caplet nel 1924. Nel primo, à la française, Alain Poirier individua “un ultimo tributo a Debussy” e alla fluidità della sua scrittura pianistica. Dopo la prima esecuzione alla Société Nationale de Musique, la rivista Le Ménestrel ha commentato: “I Divertissements per arpa di M. Caplet sono incredibilmente audaci nell’esecuzione. Entrambi i Divertissements hanno grazia, fantasia e buon umore”.
Gustave Samazeuilh aggiunge che “il Sig. Caplet usa tutte le risorse dello strumento con una rara diversità di mezzi”.
Nicolai von Wilm nacque a Riga, l’odierna capitale della Lettonia, ma allora parte dell’impero russo. Fu compositore, pianista e direttore d’orchestra tedesco-baltico al Stadttheater di Riga, poi insegnante di musica a San Pietroburgo. Il suo duo fu pubblicato nel 1898 dalla casa editrice Carl Giessel junior di Bayreuth (poi Zimmermann). Il Duo op. 156 è un pezzo cameristico romantico con una meravigliosa combinazione degli strumenti dal punto di vista timbrico.
Conclude la serata “Le Pastorales de Noël” di André Jolivet composte nel 1943. Durante la seconda guerra mondiale Jolivet semplificò notevolmente il suo stile, queste sono quattro miniature modali, ciascuna delle quali descrive una scena di Natale. La star (L’Étoile) brilla in umori notturni, con scintillanti spruzzi di arpa. I magi (Les Mages) appaiono in un mistero solenne con il fagotto nel suo registro acuto, suggerendo il lamento solitario del famoso assolo di fagotto nella Sagra della primavera di Stravinsky. La Vergine e il bambino (La Vierge et L’Enfant) sono raffigurati con una ninna nanna graziosamente cadenzata, e i pastori chiassosi (Entrée et Danse des Bergers) ballano con vivaci e stravaganti calpestii contadini.