Quando:
Data - 21/11/2021
Ora - 18:00
Dove
S. Martino al Tagliamento, Pitars
Arrigo PIETROBON pifaro soprano
Federico RATTIN pifaro contralto
Paolo TOGNON dulciana soprano, tenore e basso
Claudio SARTORATO cervellato
Carlo ROSSI cembalo
Moreno TORTORA percussioni
Il gruppo si ispira al celebre quadro di G. Bellini, in cui si evidenziano alcuni strumenti a fiato utilizzati per le cerimonie civiche e religiose a Venezia nel Rinascimento. Un accostamento artistico ideale tra i principi della pittura veneta del rinascimento, in cui la mirabile armonia di composizione formale, la luce, le ombre di Bellini, Tiziano, Giorgione, Veronese, Carpaccio, riprendono gli stessi contenuti estetici delle musiche coeve dei principali maestri di cappella ed organisti attivi in S. Marco fra il ‘500 ed il ‘600. Al tempo della pittura di Bellini (1496), i Pifari avevano già esteso a sei il loro numero, ma la pittura, ovviamente rappresenta un periodo precedente.
Un elenco dei quattro Pifari e due tromboni che compongono i Pifari del Doge nel periodo 1494 -1495 è pubblicato in Baroncini. …”Se canta dalli Cantori “… I cinque suonatori insieme sono indicati come Piffari del Principe, e anche Pifari del Doxe, o ancora come Pifari del Serenissimo e comprendono sia i tromboni che le ciaramelle. Tra il 1506 e il 1512 i sei Pifari del Doge divennero tutti membri della Scuola di Santa Maria dei Mercanti e sono elencati come appartenenti al complesso del doge.
I musicisti sono indicati come appartenenti alla Scuola Grande della Misericordia,il documento è ora nel Fondo di Venezia, Archivio di Stato, “ Scuole Piccole e Suffraggi”. Inoltre, uno dei Pifari non identificati dalla scuola come parte del complesso del doge che è chiamato i Pifferi del Doge nel 1494-1495. Secondo Baroncini, gli ensemble Pifferi a Padova e Venezia generalmente consisteva in cinque o sei suonatori dalla fine del XV secolo in poi. Il repertorio musicale eseguito ha in comune il fatto che tutte le composizioni sono state pubblicate nelle stamperie di Venezia, all’epoca le più rinomate in Europa. Pur di provenienza e cultura diverse, la loro pubblicazione e diffusione consentiva un ritorno di prestigio per il compositore assolutamente di rilievo. Il concerto accosta brani di cerimonia, quali, pavane, ed intrade a danze fra cui la gagliarda, molto in voga a Venezia a quell’epoca. Spiccano poi due compositori friulani: Giorgio Mainerio e Alessandro Orologio. Il primo celebre per aver pubblicato il Primo libro de’balli nel 1578 ed il secondo per essersi affermato per le sue composizioni anche ben oltre i confini regionali del tempo
Nel repertorio del primo Seicento, abbiamo inserito alcune rare composizioni in cui emerge l’attitudine virtuosistica della dulciana nella sua taglia di basso (Bartolomeo De Selma y Salaverde, fu un celebre compositore e fagottista). Altrettanto dicasi per Giovanni Battista Fontana, violinista bresciano poi trasferitosi a Padova, e la figura ricorrente di Salamone Rossi, fieramente autocitatosi Compositore Hebreo, le cui sensibilità compositive comunicano una rara e compiuta formula di sonate concertate dal mirabile senso melodico.
(note a cura di P. Tognon)